Scuola dei calegheri (calzolai) sotto l’invocazione di Sant’Aniano. Scuola secolarizzata
Questa scuola di mestiere riuniva i fabbricanti e i riparatori di scarpe e stivali, di ciabatte e zoccoli. Aveva un altare nella chiesa di San Tomà e una sede propria in Campo San Tomà di fronte alla chiesa medesima. I calegheri erano suddivisi in cinque ”Colonnelli”: i cocholarri (zoccoli), patinari (pattini o suole di legno), calegheri (calzari, scarpe e stivali nuovi), zavatteri o ciabbattini di arte vecchia (che riparavano le calzature usate), solarii (tagliatori di suola che vendevano al pubblico). Nel 1773 quest’arte contava 1172 addetti così suddivisi: 181 garzoni, 653 lavoranti e 338 capimastri, suddivisi in 340 botteghe, 22 posti chiusi e 165 inviamenti. Nell’anno 1604 viene concordato con il parroco di San Tomà che, nel giorno di Sant’Aniano, venga celebrata una messa in terzo sull’altare in chiesa, e altre “messe piccole” in chiesa e nela scuola “alli nostri altari“. Al momento della soppressione napoleonica nella scuola si trovavano dodici quadri “di niun pregio e in cattivo stato“. (1)
Storia della scuola
Dalle inscrizioni, tuttora esistenti sul prospetto, si ricava che venne comperata dall’arte nel 1446, e nel 1580 restaurata. Il bassorilievo poi sulla porta, che raffigura Sant’Aniano guarito da San Marco, data dal 1479. Entro la porta, a sinistra, vi era, come nota il Cicogna nei suoi manoscritti, un ritratto del doge Lorenzo Priuli col ricordo che egli nel 22 settembre 1557 strinse la mano del gastaldo, e lo baciò, ringraziando lui ed i confratelli per il regalo fatto alla dogaressa nella circostanza della di lei incoronazione. La scuola dei Calzolai ora è fatta deposito di mobili. (2)
(1) GASTONE VIO. Le Scuole Piccole nelle Venezia dei Dogi (2012). Ed altre fonti
(2) GIUSEPPE TASSINI. Edifici di Venezia. Distrutti o vòlti ad uso diverso da quello a cui furono in origine destinati. (Reale Tipografia Giovanni Cecchini. Venezia 1885).
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