Giardini Pubblici ex Napoleonici o Giardini della Biennale
I Giardini Pubblici s’incominciarono a tracciare nell’anno 1807 dietro il decreto dell’imperatore Napoleone, che voleva provveduta la sua buona città di Venezia di un pubblico luogo di passeggio. Ad ottenere lo spazio necessario, si distrussero la chiesa e il convento di San Domenico, la chiesa e il convento di San Nicolò di Bari, l’ospedale dei Marinai, la chiesa e il convento della Concezione di Maria Vergine o delle Cappuccine, e la chiesa e il convento di Sant’Antonio Abate.
Il disegno dei Giardini si deve all’architetto Giovanni Antonio Selva. Nel mezzo di oggi sorge un magnifico arco, lavoro, a quanto si crede, del Sammicheli, che era all’ingresso della cappella Landò nella chiesa di Sant’Antonio, e che, dopo aver giaciuto per 15 anni in pezzi al suolo, si ricostruì nel 1822. Un poco più innanzi si vede un capitello di colonna, altro avanzo della chiesa di Sant’Antonio, sopra il quale è scritto: Frater Gotus primus prior, e scolpita l’insegna dell’ordine.
La collinetta, ove s’innalza il caffè, architettato pur esso dal Selva, si formò a poco a poco colle macerie qui in varie epoche depositate. Era chiamata Punta di Sant’Elena per l’isoletta che le sta di fronte, Capo Verde, perchè tutta coperta di erba, e Punta, o Motta di Sant’Antonio per la vicina chiesa dedicata a questo santo. (1)
(1) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872)
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