Il Giardino di Palazzo Marcello Gussoni Cavalli Franchetti, a San Vidal

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Giardino di Palazzo Marcello Gussoni Cavalli Franchetti, a San Vidal - San Marco

Il Giardino di Palazzo Marcello Gussoni Cavalli Franchetti, a San Vidal

Il Palazzo. A partire dai primi anni del ‘500 qusto palazzo appartenne alla famiglia Marcello da San Vidal che vi pose la sua residenza per tre secoli vendendo il secondo piano nobile prima ai Gussoni, quindi ai Cavalli. Alla fine del ‘700 nel piccolo teatro del secondo piano nobile, voluto dal conte Alessandro Pepoli, vennero eseguite varie opere di Francesco Gardi e probabilmente vi si esibì anche il piccolo Mozart durante il suo soggiorno a Venezia.

Negli anni ’40 dell’Ottocento l’arciduca Federico d’Austria inizialmente lo affittò e, in seguito, lo acquisì riunendo le diverse parti e iniziando lavori di ammodernamento che vennero interrotti dalla sua morte improvvisa nell’ottobre 1847. I nuovo proprietario Enrico conte di Chambord, affidò il restauro all’architetto Giambattista Meduna che realizzò il giardino sul Canal Grande. Nel 1878 l’edificio venne acquistato dal barone Raimondo Franchetti che incaricò Camillo Boito di riprendere i restauri rifacendo la facciata e i decori. Capolavoro di questo nuovo intervento è lo scalone d’onore, costruito tra il 1881 e il 1884.

Nel settembre 1922, la vedova del barone Franchetti, Sarah Luisa de Rothschild cedette Palazzo Franchetti all’Istituto Federale di Credito per il Risorgimento delle Venezie (poi Istituto Federale della Casse di Risparmio delle Venezie). Nel 1999 il palazzo ormai denominata Palazzo Franchetti passa a Venezia Iniziative Culturali srl, società di cui l’Istituto Veneto di Scienza, Lettere ed Arti è unico socio, e divenne un centro di vita culturale tra i più prestigiosi di Venezia. (1)

Il Giardino. L’acquisto e la demolizione di un corpo di fabbrica di quattro piani, che si affacciava sul Canal Grande a fianco di Palazzo Cavalli, diede l’opportunità al conte di Chambord, proprietario all’epoca del palazzo, di costruirsi il suo giardino. Il conte di Chambord voleva quelle case, le voleva per demolirle e crearsi finalmente quel giardino che stava divenendo per lui il suo incubo e il suo miraggio (il giardino della madre a palazzo Vendramin Calergi suonava quasi come un monito e un confronto sgradevole). La demolizione di questi stabili e l’inizio della realizzazione del giardino non si ha che prima della primavera del 1860. Nella edizione dei suoi Cento palazzi di Venezia del 1865, il Fontana così sintetizza situazione presente e desideri per il futuro: “Il Conte di Chambord (…) ebbe il genio, che quasi per incanto sorgesse, con lusso di vegetazione, e con ricchezza di serre, un verziere gentile, con bella riva, a cui accedervi sul Canal Grande”. (2)

Il giardino occupa ora il fianco e il retro del palazzo, con siepi, cipressi, un vecchio albero di diospyros kaki, e fino a qualche decennio fa, un bellissimo cedro del Libano, che caratterizzava con la sua mole tutta l’area.

(1) Da una targa posta all’esterno del palazzo.

(2) GIANDOMENICO ROMANELLI. Tra il Gotico e Neogotico, Palazzo Cavalli Franchetti a San Vidal. (Albrizzi Editore, Venezia 1989)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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