Battiporta o “bataòri” sul portone d’ingresso del palazzo Mocenigo Gambara, nel Sestiere di Dorsoduro
I due battiporta o bataòri, posti sulle due ante del portone d’ingresso del palazzo Mocenigo Gambara alla Carità, sostenuti dalla bocca di una mascherone, raffigurano due leoni in piedi che con le loro zampe sostengono un cartiglio dove figura uno stemma formato da uno scaglione accompagnato da tre palle. (1)
Nobilissima per antichità di titoli fu la famiglia Gambara in Germania, dalla qual regione passò a Brescia. Ebbe quattro cardinali, e quella Veronica distinta poetessa, e sposa di un signore di Coreggio, morta nel 1550. Francesco Gambara, insieme ai fratelli e discendenti, fu ammesso al Maggior Consiglio nel 1653 dietro l’esborso di 100 mila ducati.
Il palazzo fu eretto nella forma attuale nella seconda metà del secolo XVII. Era in origine posseduto dai Mocenigo, passò ai Gambara per il matrimonio successo nel 1678 fra Eleonora Gambara e Francesco Mocenigo. (2)
(1) ConoscereVenezia
(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. Tipografia Grimaldo Venezia 1872
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