Giuseppe Garibaldi rappresentato sulle maniglie di un porta in Fondamenta de le Ostreghe, nel Sestiere di San Marco

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Giuseppe Garibaldi rappresentato sulle maniglie di un porta in Fondamenta de le Ostreghe, nel Sestiere di San Marco

I diversi punti della città si può vedere Guseppe Garibaldi ritratto sulle maniglie di alcune porte in Fondamenta de le Ostreghe, in Calle dei Preti, in Fondamenta San Lorenzo, ecc. (1)

Garibaldi nacque in Nizza nel 1807, e, dietro l’esempio del padre, si diede, ancora giovanetto, alla marineria mercantile. Avendo preso parte agli sconvolgimenti della penisola, dovette nel 1832 esulare in lontani paesi.

Nel 1837 offrì la propria spada alla provincia di Rio Grande nell’America, ribellatasi all’imperatore del Brasile, ed erettasi in repubblica. Con piccola flotta operò non piccoli fatti. Nel 1841 si recò a combattere per la Repubblica Orientale, che lottava contro la Repubblica Argentina, e vi replicò le medesime prove di valore tanto in mare, quanto in terra, come duce della celebre legione Italiana.

Giunto frattanto il 1848, Garibaldi si trasferì in Italia con i suoi seguaci, e si distinse a Luino ed a Moranzone, ma, volte a male le cose della guerra, si spinse a Roma, cui a tutta possa difese contro i Francesi. Dopo la caduta di questa città, incalzato dagli nemici, percorse lungo cammino cercando di diregersi a Venezia, passando di pericolo in pericolo, e perdendo la moglie Annita, giovane Brasiliana, che l’aveva fatto padre di tre figli, ed allora si trovava incinta del quarto.

Dopo aversi occupato agli Stati Uniti in modeste industrie, fece nuovamente tragitto in Italia, ed andò a gustare i piaceri della solitudine nell’isola di Caprera, che abbandonò nel 1859 per guerreggiare con prospera fortuna contro gli Austriaci nell’alta Lombardia col grado di generale, conferitogli dal re Vittorio Emmanuele. Nell’anno seguente operò con i suoi mille il celebre sbarco di Marsala, e sottrasse il reame delle Due Sicilie al dominio dei Borboni. Credeva pure giunto il momento di rientrare a Roma, ed avviavasi a quella volta, seguito da 4 mille volontari in opposizione al volere del proprio governo, quando il 29 agosto 1861 venne attaccato presso Aspromonte dal colonnello Pallavicino, ferito, e fatto prigioniero.

Ricondotto a Caprera, vi rimase fino al 1866, in cui intraprese la campagna del Tirolo, riportando importanti vantaggi, a tutti i quali però dovette rinunziare per la sopravvenuta pace di Vienna.

Altre due volte ancora abbandonò Caprera, la prima nel 1867 affine di dirigersi nuovamente contro Roma, ove però venne sconfitto dalle truppe pontificie e Francesi a Mentana, e la seconda nel 1870 alfine di soccorrere la Repubblica Francese contro i Prussiani. Il condottiero morì il 2 giugno 1882 a Caprera dove venne sepolto. (2)

(1) ConoscereVenezia

(2) Giuseppe Tassini Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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