Edifici della Commissione per le case sane ed economiche a Quintavalle, nel Sestiere di Castello

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Case sane ed economiche in Quintavalle, a Castello

Edifici della Commissione per le case sane ed economiche a Quintavalle, nel Sestiere di Castello

I fabbricati ad uso case popolari, costruiti dalla Commissione, sorgono nell’isola di San Pietro di Castello (l’antico castello Olivolo che fu sede del Patriarcato di Venezia fino al 1807) e precisamente verso la punta estrema meridionale detta di Quintavalle (dal nome di una antichissima famiglia nobile che ivi abitava, la quale diede Tribuni, Vescovi ed un Patriarca). Questi nove fabbricati vennero costruiti nell’anno 1909, su progetto dell’ingegnere Francesco Marsich, per un totale di 84 appartamenti e 4 botteghe. Vi era un locale per il lavatoio ed un altro per le docce

Le case sorgono sopra l’area di un’ortaglia e di un vecchio bagno popolare, area che misura 5030 mq circa ed alla quale si accede per il Campicello dei Pomeri e delle Vigne. L’area confina a Nord-Ovest con il vaso terreno detto Campaccio annesso all’ex Patriarcato, già caserma militare; a Sud-Est vi è una nuova fondamenta lunga ben 170 metri verso lo specchio di Laguna che prospetta Tre Porti, la Certosa, San Nicolò di Lido, Sant’Elena e i Giardini pubblici. Una nuova rete di strade longitudinali e trasversali suddividono l’area in cinque grandi appezzamenti, sui quali sorgono le case con annessi giardinetti. (1)

TOPONOMASTICA:

Le nuove strade che si vennero a formare in seguito alla nuova urbanizzazione furono chiamate: Calle Larga, Calle de Mezzo, e Ramo Primo de Quintavale, Calle Prioli, Fondamenta Castel Olivolo.

Calle Larga, Calle de Mezzo, Ramo Primo de Quintavale. Quintavalle è il nome di un’antica famiglia patrizia veneziana, originaria di Padova col nome di Marturio, si stabilì in Istria e da qui poi a Venezia nel 430. Ebbe la potestà tribunizia, e da un antico strumento stipulato nel 680, si ricava che fin d’allora apparteneva al Maggior Consiglio. Il tribuno Giovani Marturio, membro della famiglia dei Marturii, governò la Repubblica veneziana, assieme ad Orso vescovo castellano e Basilio Trasimondo tribuno, durante l’esilio del doge Giovanni Partecipazio (tra l’anno 829 e l’anno 836). La sua prudenza non fu minore della sua pietà, egli sacrificò una raguardevole parte delle sue sostanze per l’erezione della chiesa dedicata al martire San Giuliano di Antiochia (San Zulian a San Marco). Il di lui figlio Pietro Marturio fu Patriarca di Grado, venne eletto alla morte di Vittore Partecipazio. Nel 955 un altro Pietro Marturio o Quintavalle, figlio di Teodosio, fu eletto XIV vescovo di Olivolo (per il Corner). Secondo quanto attesta Andrea Dandolo nella sua Chronica, Pietro nel 959, emulando le virtù dei suoi antenati, eresse la chiesa dedicata a Sant’Agostino vescovo d’Ippona (Sant’Agostin vicino ai Frari, ora demolita). I Marturio o Quintavalle vennero esclusi dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, in forza della quale la Repubblica, che prima era democratica, divenne aristocratica. Vi furono riammessi nel 1310, con Lorenzo Quintavalle da San Pietro di Castello, per essersi distinto durante la repressione della congiura, contro la Repubblica, di Baiamonte Tiepolo. Giuseppe Cappeletti a proposito di Pietro figlio di Teodosio, vescovo di Olivolo scrisse: «Taluno disse questo vescovo, oltreché Marturio, altresì Quintavalle, come se avesse due cognomi; taluno lo credé una spiegazione dell’altro. Pietro Marturio ossia Quintavalle di Teodosio; e taluno, più ragionevolmente a mio credere, lo disse Marturio da Quintavalle, ossia nato nel luogo, che nominavasi Quintavalle, nell’estremità orientale dell’isola di Olivolo.». Sarebbe stata quindi il nome del sito a dare il cognome Quintavalle al vescovo di Venezia, come spesso avveniva dei secoli addietro, e non viceversa. Il nome nella lingua italiana dei secoli di mezzo, si usava per esprimere la giù in basso, ma alquanto lontano, indicando così con tutta probabilità quell’estremità della città.

Calle Prioli. Da un’iscrizione murata su una delle nuove case. L’iscrizione del 1569, riporta l’emblema della Scuola della Misericordia tra due scudi; quello della famiglia Priuli a sinistra e quello della famiglia Loredan a destra, e una scritta che ricorda una disposizione testamentaria di Almorò Prioli (Priuli) a favore di Michela Loredan vedova di Bernardo Prioli (Priuli).

Fondamenta Castel Olivolo L’Isola di San Pietro si chiamava Olivolo, forse perchè aveva la figura di un’oliva, o piuttosto perchè anticamente vi germogliavano degli olivi. Perciò i primi Vescovi qui residenti si chiamavano Olivolensi. La denominazione di Castello, che vi è aggiunta, si reputa procedente dai ruderi di antico castello, forse di costruzione romana, che si dicono qui rinvenuti. Sembra però verosimile, che questo nome sia derivato dalla muraglia di fortificazione ivi eretta sotto il Doge Pietro Tribuno, intorno al 906. Questa opinione trova appoggio nella circostanza, che Enrico Contarini, vescovo di questa chiesa, fu il primo che s’intitolò Castellano nel 1091, e quindi dopo la erezione di quel forte. (2)

(1) Le case sane economiche e popolari del comune di Venezia. Bergamo: Istituto italiano d’arti grafiche, 1911

(2) ANTONIO QUADRI. Descrizione topografica di Venezia e delle adiacenti lagune. Tipografia Giovanni Cecchini (Venezia, 1844)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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