L’acqua alta del 16/04/1936 (+147 cm) da “Il Gazzettino”
IL GAZZETTINO del 17/04/1936
Un’ “acqua alta” come dicono brevemente i veneziani, assolutamente eccezionale ha prodotto ieri nel pomeriggio l’allagamento della città. Diciamo della città con in po’ di esagerazione ma non è del tutto eccessiva, di solito le alte maree, che si producono periodicamente in autunno e in primavera, favorite spesso dallo scirocco, allagano la Piazza San Marco ed i punti più bassi della città, risparmiando specialmente le località centrali; ieri sera invece, cosa assolutamente insolita, l’acqua è straripata dai canali e dalle fognature persino nelle Mercerie.
Il caratteristico fenomeno è incominciato alle 16 circa, lungo la Riva degli Schiavoni, al Molo ed in Piazza San Marco dove l’acqua è salita rapidamente allagando in breve tutto San Marco ed offrendo uno spettacolo curiosissimo per i numerosi forestieri che in questo periodo si trovano a Venezia. Sollecitamente venivano approntate come è di uso le passarelle in legno destinate a permettere il transito della gente dal Ponte dei Dai alle Procuratie Nuove, dal Campanile di San Marco al Sottoportico dell’Orologio, e dalla Loggetta del Sansovino attraverso la Piazzetta al Palazzo Ducale. Fu necessario presto allestire una passerella anche per permettere l’accesso al pontile provvisorio della linea diretta Riva Schiavoni – Lido. I negozi e i caffè sotto le Procuratie Vecchie venivano pure rapidamente inondati, e l’acqua faceva nel contempo rapidi progressi anche nelle altre zone della città.
Alle 19.30 facevano la loro comparsa in Piazzetta San Marco, provenienti dal Molo, due sandoli vogati da alcuni ragazzi, Piazza e Piazzetta erano ormai tramutate in un placido laghetto dove l’acqua era alta parecchie decine di centimetri. L’aspetto dell’alta marea ricordava quello ormai pauroso del 21 novembre 1916 (giorno in cui l’acqua raggiunse la quota di 1 metro e 36 centimetri) altra fortissima marea, pur recente, si ebbe con 121 cm, il 15 dicembre 1933. Ma l’acqua alta di ieri minacciò fin da principio di battere ogni primato, e ne diede chiaro indizio invadendo le Mercerie San Zulian, Campo San Salvador, le rive del Carbon e del Vin, il Canal Grande, via Garibaldi, Lista di Spagna, ecc.
Alle 19 la gente uscente dagli uffici e direttasi a rincasare trovò in moltissimi luoghi gli itinerari consueti bloccati. Affollamenti eccezionali si producevano quasi dappertutto, dei punti critici: a comiche scene davano luogo coraggiosi che si avventuravano ad inzupparsi i piedi in parecchi centimetri d’acqua, o profittavano dei volonterosi che a piedi nudi e maniche rimboccate offrivano ai paurosi di infreddature una sedia su cui valicare le acque.
Alle 20.30 si ebbe il colmo della marea. Località che mai a memoria di uomo avevano conosciuto l’inondazione in simili casi vennero allagate come i dintorni di Santa Margherita, via Due Aprile, San Bartolomeo, ecc. L’acqua ha allagato anche la riva delle Zattere e inondato gli atrii di molti edifici. Vari incidenti sono toccati a causa dell’alta marea alla navigazione. Molti motoscafi impossibilitati a transitare sotto i ponti per l’accresciuto livello dei canali. Così è accaduto anche per il servizio pubblico San Marco – Piazzale Roma, le cui lance anziché per il Rio Nuovo dovettero passare per il Canal Grande.
In causa dell’eccezionalissima Alta Marea rimasero gustati parecchi trasformatori di corrente del Cellina; le strade rimasero al buio, gli impianti industriali furono privati dell’energia elettrica. Per queste ragioni il nostro giornale ha avuto una lunghissima interruzione di lavoro ciò che impedì la spedizione con i treni ordinari in alcune zone.
IL GAZZETTINO del 18/04/1936
Non andavamo errati quando scrivevamo ieri che la quota raggiunta dall’alta marea di giovedì sera era, senza dubbio, la più elevata che fosse stata mai registrata ed infatti la stessa indicazione fornita l’altra sera dal mareografo di Piazza San Marco (m 1.40) si è rivelata imprecisa. Infatti ieri mattina il Magistrato alle Acque ha comunicato che da più esatti rilievi la massima quota raggiunta fu alle 21,35 con metri 1 e 47 cm. Undici centimetri di più della famosa massina del 1916. Per questa sera il Magistrato prevede un’alta marea notevole, ma che avrebbe dovuto essere di proporzioni minori di quella di giovedì. Il massimo era previsto per le 20 circa, ma si faceva prudentemente notare che tale data era puramente indicativa, poiché, ad esempio, giovedì l’acqua, che doveva crescere fino alle 20, seguitò a montare fino alle 21,30.
La città ieri non ha parlato di altro che di questa “acqua alta“, ormai famosissima, non solo per il singolare aspetto che ha dato alla città, ma anche purtroppo per i danni copiosi e molteplici arrecati ai negozi, alle case più basse, alle barche e all’Erberia. Gli effetti più impensati sono stati prodotti dalla improvvisa inondazione, come ad esempio quello di svellere parecchi alberi e piante da giardini privati; casi del genere si ebbero anche all’Ospedale di Sant’Anna, completamente allagato al pianterreno nell’atrio per 30 cm. Non si contano i magazzini allagati le case al pianterreno dove talvolta, come è accaduto a San Giacomo dall’Orio, e in altri posti, l’acqua arrivava persino a lambire i letti delle stanze ed in qualche caso è stato necessario procedere al salvataggio degli abitanti; anche parecchie chiese, furono invase dall’acqua e il loro prosciugamento è stato spesso difficile, richiedendo l’intervento dei pompieri, come in quella dei Santi Apostoli. Ivi era stata allagata specialmente la Cappella di Santa Lucia.
I pompieri hanno avuto, ieri, numerosissime richieste del genere, si può dire che, specialmente nel centro, non ci sia stata bottega risparmiata dall’allagamento, e che i danni quindi non si contano. Negozi di mobili, stoffe, di generi alimentari, di mercerie ecc, hanno avuto le merci e i mobili gustati dall’inondazione; dove l’acqua ha trovato carta o materie ugualmente deperibili, ha operato naturalmente danni ancora più pronti. Negozianti ed esercenti hanno dovuto spendere non poche fatiche per riordinare i loro locali. Dove l’acqua alta mostrava ancora le conseguenze della sua azione era in Erberia; ieri squadre di braccianti lavoravano a scernere, tra la frutta e le verdure, quelle non danneggiate; fatica non indifferente perché quasi tutti i magazzini avevano sofferto. Numerosissime barche sono affondate in città e in laguna, se non legate con ormeggi sufficientemente lunghi e scorrenti; i natanti così sospesi, mentre l’acqua cresceva, finivano con l’imbarcare acqua ed affondare, e spesso andare alla deriva se l’ormeggio si era spezzato.
Il Magistrato alle Acque comunica: Tra le 21 e le 22 di ieri notte 16, si è verificata nella Laguna di Venezia, una alta marea eccezionale, che ha raggiunto il colmo all’altezza di m. 1,47 restando di poco inferiore alla massima conosciuta del 1857 che raggiunse m 1,52. La spiegazione del fenomeno straordinario non è semplice a darsi, essendo stato il fenomeno stesso una conseguenza della concomitanza di diversi fattori, in parte di intensità imprevedibile.
Il prof. Fabris, direttore dell’Ufficio Segnalazioni del Magistrato alle Acque, ha dato in proposito le seguenti notizie. La mattina del 16 corrente un vasto ciclone si estendeva dal Mare del Nord fino al Mediterraneo occidentale e tendeva a spostarsi verso oriente, come infatti avvenne; ma nessun indizio permetteva di prevedere che il ciclone, portandosi sull’Italia settentrionale, si accentuasse fino a segnare al barometro un minimo di mm. 1742, minimo rarissimo alle nostre latitudini. L’azione diretta di tale abbassamento di pressione, ha contribuito a provocare un sensibilissimo dislivello fra il basso ed il medio Adriatico. Il forte gradiente barometrico, prodottosi lungo l’Adriatico, ha causato sulla parte meridionale e centrale del bacino, venti di sud-est che nel pomeriggio sono diventati fortissimi, determinando un ingorgo in tutto il bacino, ingorgo che si è poi accentuato nella Laguna per effetto del forte vento manifestatosi nel pomeriggio sulla Regione Veneta. A queste cause doveva aggiungersi l’azione dello scarico dei fiumi del Veneto, che in conseguenza delle violente precipitazioni, si erano costituiti in piena.
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