Edifici della Commissione case sane ed economiche alle Chiovere di San Giobbe, nel Sestiere di Cannaregio

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Case sane ed economiche alle Chiovere di San Giobbe, a Cannaregio

Edifici della Commissione case sane ed economiche alle Chiovere di San Giobbe, nel Sestiere di Cannaregio

Nell’area delle Chiovere di San Giobbe, a Cannaregio, vennero costruiti negli anni 1905/1907, su progetto dell’ingegnere Francesco Marsich, otto fabbricati per un totale di 65 appartamenti. I fabbricati di varia altezza a 2, 3 4 piani, avevano a disposizione dei cortili o giardinetti. Il pianterreno dello stabile in Calle del Tentor, al civico 856, era adibito ad uso di lavatoio con 6 vasche di cemento, fornello con l’acqua calda, due camerini per docce e pediluvi e una ritirata.

TOPONOMASTICA:

Le nuove strade che si vennero a formare in seguito alla nuova urbanizzazione furono chiamate: Calle dei Chiodi, Calle del Verde, Calle e Campiello del Tentor, Calle e Corte de la Biancaria, Calle del Lavander, Calle del Saon, Calle de la Corda, Calle dei Colori, Calle de lo Scarlato, a ricordare che l’ampia zona delle Chiovere di San Giobbe veniva utilizzata precedentemente come luogo per asciugare i panni dopo la loro tintura o il loro lavaggio.

Calle dei Chiodi. Si fa derivare la voce chiovere dai chiovi o chiodi, attaccati agli assi, sopra i quali si stendevano i panni.

Calle e Campiello del Tentor. L’ultimo tratto della fondamenta verso la laguna, era da sempre nominata del tentor, ma con i lavori di ampliamento del macello negli ultimi decenni del secolo XIX venne demolita e ricostruita mutando il suo nome in Fondamenta San Giobbe. Nel 1905/1907 il toponimo fu ripristinato e assegnato ad un campiello e ad una calle formatasi con la nuova urbanizzazione. (1) Le scuole dei Tentori o Tintori di panni si riunivano nelle chiese di San Giovanni Grisostomo, e di Santa Maria dei Servi a Cannaregio sotto l’invocazione del loro patrono Sant’Onofrio. Si dividevano i due colonnelli: arte grossa: da grana e cremese (rosso, come lo scarlato di Venezia), da guado (giallo), da indaco (blu e nero) e arte fina, detta anche della piccola tinta o dei picigaroli: da lane, da tele (lino, cotone, canapa).

Corte e Calle de la Biancaria. Le Chiovere di San Giobbe erano un vasto luogo dove si stendevano i panni (biancheria) ad asciugare.

Calle del Lavander. Questa calle venne intitolata a coloro che lavavano i panni dopo la loro tintura.

Calle del Saon. Questo toponimo ricorda che in prossimità delle Chiovere esisteva una saponeria. I Saoneri si ridussero in corpo nel 1565, e si radunavano per le loro devozione in chiesa dei Servi, benché non avessero un loro altare. Ai tempi floridi della Repubblica si contavano 25 fabbriche di sapone, le quali davano altre due milioni di libbre metriche di sapone all’anno. (2)

Calle de la Corda. Toponimo che richiama le corde usate per fare asciugare i panni al sole.

Calle dei Colori. Dai colori utilizzati per tingere i panni.

Calle de lo Scarlato. Dal colore rosso scarlato, una tonalità di rosso che tende leggermente all’arancione, e che viene normalmente utilizzato per fare riferimento al colore del sangue. Questa calle, con l’antico edificio con i ballatoi in legno e le chiovere, è stata immortalata da Gabriel Bella nel suo quadro “La caccia dei tori alle Chiovere di San Giobbe“: Le cacce e le feste con i tori erano uno degli spettacoli più popolari a Venezia, e consistevano soprattutto in lotte tra bovini sciolti e cani, spettacoli violenti e crudeli. Qui il Bella ne raffigura una alle “Chiovere”, luoghi aperti in cui si tendevano, usando dei “chiovi” (chiodi), i filati e i tessuti appena tinti perché asciugassero. Ogni anno una famiglia di beccai, i Cavagnis, che aveva i balconi affacciati sulle Chiovere di San Giobbe, organizzava la festa dei Diedi, invitando la famiglia dei Diedo di San Lorenzo a intervenire con quanti amici volesse a una grandiosa caccia a cui seguiva un banchetto. C’erano anche cento tori con sceltissimi tiratori: l’origine di questa antica usanza è sconosciuta. (3)

(1) RICCARDO VIANELLO Note di toponomastica a Punta San Giobbe e dintorni in Il Macello di San Giobbe. Marsiglio Editore 2006 Venezia.

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

(3) http://www.querinistampalia.org/ita/uploads/schedeMuseo.pdf

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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