Corte del Duca Sforza a San Samuele, nel Sestiere di San Marco

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Corte del Duca Sforza a San Samuele, nel Sestiere di San Marco

Si ha memoria che in questo luogo, ove più anticamente esisteva una fornace, Andrea Corner fino del 1453 gettava le fondamenta di un palazzo. Scrive infatti la cronaca del Magno che “Andrea Corner allora faceva fabbricar le fondamenta di la caxa a S. Samuel sopra il Canal Grande, dove fu la fornasa”.

Avendo in seguito la Repubblica donato a Francesco Sforza, duca di Milano, il palazzo in Campo San Polo, posseduto prima dal generale Gattamelata, lo Sforza ne fece cessione ai Corner, ottenendo in cambio il palazzo che si stava costruendo a San Samuele. Questo cambio si effettuò con Marco Corner, padre di Catterina regina di Cipro, al quale il fratello Andrea aveva probabilmente trasmesso i propri diritti. Perciò la surriferita cronaca del Magno, parlando del duca Francesco, ci avvisa che egli permutò il palazzo di San Polo “cum Marco Corner per la caxa sopra il Canal Grande feva suo fradello”.

Da quest’epoca incominciamo a ritrovare le denominazioni di Corte e Rio del Duca di Milano in parrocchia di San Samuele. Senonchè, qualunque se ne fosse la causa (alcuni dicono gelosie di stato), lo Sforza non continuò la fabbrica incominciata, ed il canonico Pietro Casola Milanese, che negli ultimi anni del secolo XV visitò Venezia: “Ben mi doglio, dovette dire, che un principio singolare di un palazzo per casa Sforzesca, posto sopra al Canal Grande, per onor dei Milanesi non sii fornito”. Anzi sopra le basi marmoree del medesimo si costruì un men nobile casamento in cui Tiziano Vecellio tenne i modelli delle sue pitture.

Quando egli il 31 maggio 1513 venne eletto per la prima volta a dipingere nella sala del Maggior Consiglio, uscì un decreto del Consiglio dei Dieci che il Provveditore dell’Uffizio al Sale pagar debba d’oggi innanzi, da tempo in tempo, “el salario ai do zovani de Tizian da Cadore, deputato a depenzer ne la sala del mazor conseglio … E che il ridotto ne la sala del Duca de Milan a S. Samuel, dove el tien i modelli di le piture che el dee fare in gran Conseglio, quel piano che ha bisogno di certo poco di concier, sia reconzado … a ciò per defedo di cosa alcuna non resti a lavorar ne la sala del prefato conseglio”.

Esiste un altro decreto dei medesimi Capi del Consiglio dei Dieci, 25 agosto 1528, col quale si ordinava al Provveditore dell’Uffizio al Sale di far pagare al Vecellio, “detti denari della cassa piccola di detto offizio”, 129 ducati per gli accomodamenti da lui fatti operare in quella casa. Da questa nota di spese, che fu presentata da Tiziano, si viene in chiaro che, mentre egli occupava un appartamento dello stabile suddetto, l’altro veniva abitato dall’architetto Bartolammeo Buono.

Notano alcuni anche che nella così detta Cà del Duca, la quale ai tempi del Sansovino era posseduta dai Grimani, abitò posteriormente l’ambasciatore di Spagna la Queva, marchese, di Bedmar, quando nel 1618, con l’Ossuna vicere di Napoli, tramò una congiura contro la Repubblica, a tempo però scoperta e sventata. (1)

(1) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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