I proverbi incisi sui muri della Naranzeria, nel Sestiere di San Polo
La toponomastica di Venezia è ricca di nomi fantastici che suggeriscono posti immaginari e suggestivi come la Calle Larga dei Proverbi ai Santi Apostoli. La calle è così chiamata perché una volta vi era un casetta, distrutta nella prima metà dell’800, che aveva incisi, sulle pietre delle cornici di due finestre, i seguenti proverbi: “CHI SEMINA SPINE NON VADA DESCALZO” (chi semina spine non camini a piedi nudi), “DI TE DI, E POI DI ME DIRAI” (parla prima di te stesso o poi parlerai di me).
Altri proverbi sono invece, ancora oggi leggibili, incisi sui muri della Maranzaria a Rialto, tra il Palazzo dei Camerlenghi e le Fabriche Vechie.
Il primo, che è inciso sul un muro delle Fabriche Vechie, afferma: “L’INCHIOSTRI TROPPO NERI / O TROPPO BIANCHI / FA I NOMI ETERNI / E FA LE ANIME VIVE” (sono gli eccessi di una vita, o troppo morigerata o troppo dissoluta, che la rendono immortale);
Il secondo che è inciso po’ più avanti, sempre sul muro delle Fabriche Vechie, verso il Canal Grande, dice: “NON DIR DI ME SE DI ME NON SAI PRIMA PENSA A TE E POI DI ME DIRAI“, che ripete il senso di uno di quelli di Calle Larga dei Proverbi;
Il terzo è inciso sulla colonna d’angolo tra le Fabriche Vechie e l’Erbaria racconta: “VIVI SI / CHE DOPO MORTO / VAL ANCORA” (di quello che fai in vita sarai ricordato da morto);
Il quarto infine si trova nell’angolo del Palazzo dei Camerlenghi verso la Fondamenta de la Preson più che un proverbio sembra una lode alla Madonna: “SU LE LABRA E NEL COR / SEMPRE MI SIA / IN VITA E IN MORTE / IL NOME TUO O MARIA“.
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