Ponte de le Campane a San Marco, ponte demolito
Il ponte nel Sestiere di San Marco, che mette alla Calle dei Fabbri, fu demolito nel 1837, quando venne interrato tutto il rivo circostante, nella rinnovazione dei titoli delle strade fu nominato delle Colonne, per quelle forse del sottoportico, che arriva alla Calle Fiubera; ma il nome vero antichissimo è delle Campane, perché ivi nei vecchi tempi esisteva una fonderia. Chi non sa il fatto, attestato dai cronisti, che in Venezia fioriva l’arte di fondere, e far getti di metallo? e che i Veneziani facevano traffico di metalli greggi e lavorati?
Una nuova arte si era introdotta (così il Marin nella sua Storia del commercio dei Veneziani) a quei tempi, ed era la fabbrica delle campane di bronzo. Queste non erano in uso, né a cognizione dei Greci, al tempo dell’imperatore Basilio, e infatti appena assunse egli la porpora, nell’ inviare le insegne e il titolo di protospatario ad Orso Participazio, pregare faceva quel doge per avere alcune campane necessarie ad uso di una chiesa, che si fabbricava allora in Costantinopoli. E Orso, come narra anche il Dandolo, ne regalava dodici assai grosse e assai belle all’imperatore. Ciò si rileva dal Sagornino, dove narra le gesta di quel regnante: Domnus quidem Ursus, efflagitante Basilio imperatore, eo tempore XII campanas Constantinopolim misit, quas imperator in ecclesia noviter ab eo constructa posuit, et ex tempore illo Graeci campanas habere coeperunt. Se in Venezia non vi fosse stata quindi o l’invenzione di quell’arte, o un raffinamento dell’arte medesima, sicché riuscissero eccellenti, non si avrebbe rivolto Basilio al doge di Venezia, ma a qualsiasi mercante per la provvista colà, dove di migliori se ne trovassero. Si noti inoltre, che al Ponte delle Campane, appunto nel sito sull’angolo del sottoportico, dove ora si vede un lavoratore di rimessi, stava la fonderia di campane della ditta Castelli, a cui successe nella fonderia medesima l’altra rinomata ditta Dalla Venezia, dopo trasportatasi giù del Ponte dei Dai, nella qual fonderia vennero fuse le campane della chiesa di San Moisè. (1)
(1) Gianjacopo Fontana. Occhiate storiche a Venezia. Giuseppe Grimaldo editore, Venezia 1854.
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