Le patere del Palazzo Tamossi al Ponte Storto, nel Sestiere di San Polo
Alla famiglia Tamossi, ditta mercantile di gran credito ma ora estinta, apparteneva un Domenico, procuratore della chiesa di Sant’Apollinare vulgo Sant’Aponal, che in essa venne sepolto nel 1757. I Tamossi anche nel principio dell’Ottocento tenevano a pigione un palazzo archiacuto nella fondamenta omonima, ove come sembra, nel secolo XVI stanziava Pietro Bonaventuri, il seduttore di Bianca Cappello, quando attendeva alle ragioni del banco Salviati. (1)
Su questo palazzo, nella facciata che prospetta il Ponte Storto, sono infisse quattro patere veneto-bizantine, due busti degli imperatori Tito e Nerone e due bassorilievi, sulla facciata verso la Calle del Tamossi sono infisse quattro patere con i simboli degli evangelisti, e sulla facciata sul Rio de le Becarie altre tre patere, una formella e una transenna.
Le patere si possono così descrivere nelle loro figurazioni: nella facciata verso il Ponte Storto: quattro patere con simboli zoomorfici: una patera con un felide che azzanna al collo un cervide; una patera molto corrosa con due uccelli addorsati le teste affrontate; una patera con felide (leone) che azzanna un cervide; una patera con un aquila con le ali dispiegate. Nella facciata verso la Calle del Tamossi: quattro patere con i simboli degli evangelisti: San Matteo rappresentato dall’angelo, San Marco dal leone alato, San Luca dal bove alato e San Giovanni dall’aquila. Nella facciata verso il Rio de le Becarie: una patera molto corrosa con un grifone che ghermisce un leporide; una patera su fondo concavo con due uccelli sopra un albero da frutta.
(1) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. Tipografia Grimaldo Venezia 1872
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